Visualizzazione post con etichetta agenzia comunicazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta agenzia comunicazione. Mostra tutti i post
lunedì 2 aprile 2012
Back from Brazil... La stampa
Dopo avere divagato sulle mie sensazioni in merito a sicurezza, economia, divario sociale, temi scottanti con cui un po' mi sono un po' scottato... torno a parlare della mia materia.
Per quanto riguarda la comunicazione, la stampa ovviamente è uno dei mezzi più importanti da cui tutte le imprese non possono prescindere.
Pertanto durante il mio soggiorno mi sono ritagliato anche il tempo per visitare degli stampatori, di piccola, media, grande dimensione, dal piccolo artigiano, alla media impresa, all'industria.
Queste visite mi hanno aiutato a rendermi conto delle differenze tecniche, delle tipologie di carta che vengono utilizzate, della qualità di stampa, ma soprattutto dei prezzi e della qualità.
Innanzitutto la carta ha delle caratteristiche differenti da quella utilizzata in Europa: la carta brasiliana a parità di grammature, ha consistenza e punto di bianco differenti.
Quindi quando chiederemo per esempio una carta 130 grammi patinata opaca al nostro abituale stampatore italiano, non dovremo considerarla uguale a quella brasiliana utilizzata dallo stampatore brasiliano.
Ovviamente non entro nel mertito della comparazione tra la qualità della carta europea e della carta brasiliana, ma se mi appoggiassi a uno stampatore in Brasile farei stampare tutto su carta brasiliana, più che altro per la maggiore conoscenza del prodotto da parte degli stessi stampatori.
Il confronto con i prezzi dei miei collaboratori abituali è decisamente indicativo: i prezzi di stampa di una brochure realizzata in Italia, sono quasi la metà rispetto alla medesima tipologia di stampato fatto in Brasile.
Lo stesso ho ricontrato per differenti tipologie di stampa e lavorazioni, i costi sono troppo elevati.
Posso ipotizzare che probabilmente le case produttrici di macchine da stampa non abbiano sede in Brasile, pertanto i costi di manutenzione siano alti e quindi questo incida parecchio sui costi (ma questa è solo una mia supposizione... non ho trovato info in merito)
Questa informazione in merito ai prezzi della stampa mi era stata data già da altri collaboratori che avevano indagato, ma non mi andava di prendere per vera la cosa senza verificare personalmente.
L'idea di far stampare il materiale in Brasile per un'azienda italiana quindi in questo momento mi sembra del tutto antieconomica.
Conviene far stampare in Italia il proprio materiale pubblicitario e spedirlo in Brasile.
Senza contare che la qualità di stampa non sempre è all'altezza della situazione.
Riporti di stampa, colori sbiaditi, immagini fuori registro... insomma, ho raccolto parecchio materiale, ma la qualità non mi ha mai entusiasmato.
Peccato....
Attendo smentite, perlomeno per mantenere viva la speranza di trovare qualche stampatore che soddisfi le mie esigenze di equilibrio tra costi e qualità!
Alla prossima!
lunedì 26 marzo 2012
Back from Brazil... sulla comunicazione...
Errore molto diffuso per le aziende italiane, a detta degli stessi brasiliani è il fatto di utilizare il medesimo materiale pubblicitario utilizzato in Italia.
I brasiliani sono onesti e conoscono i propri limiti si ritengono un popolo che ha bisogno di stimoli forti, che non ha il proprio punto di forza nella lettura di messaggi, di informazioni tecniche, di materiale informativo.
I brasiliani vogliono vedere immagini, non solo leggere o ascoltare: l'immagine è la parte più importante di un messaggio pubblicitario, di un catalogo, di una mail.
Importantissimo pertanto è adattare la comunicazione aziendale alle loro aspettative, alle loro esigenze, alle loro abitudini.
Non parlo solo di tradurre i testi dei cataloghi o gli headline, intendo proprio la ricerca della modalità migliore per comunicare i propri prodotti e servizi ai brasiliani, che per ovvie differenze di cultura possono recepire o meno i messaggi studiati da europei e destinati agli europei.
In realtà dovrebbe essere così in qualunque parte del mondo, ma anche in altri paesi europei, l'errore è molto diffuso. Gli europei non cambiano la loro comunicazione istituzionale portando tutto dalla propria nazione, pretendendo un adattamento da parte della popolazione brasiliana.
Durante il mio soggiorno brasiliano, mi sono confrontato con un amico brasiliano che si occupa di vendita di prodotti italiani per un'azienda italiana con sede in Brasile, il quale si lamenta del materiale che riceve dall'Italia, troppo tecnico e dettagliato, traboccante di testi e informazioni.
La sua domanda, piuttosto seccato di questa abitudine è:
"Come faccio a vendere i prodotti con questi cataloghi? Nessuno li legge! Servono le fotografie..."
Il brasiliano non recepisce assolutamente le informazioni tecniche, è più pragmatico e "visivo" pertanto, schede di presentazione prodotto troppo ricche di dati, possono ottenere l'effetto contrario rispetto a quanto desiderato: invece che attrarre ma respingere il nostro potenziale cliente brasiliano.
L'idea vincente a mio avviso è quella di lavorare in team con professionisti locali.
Per questo motivo ho avviato collaborazioni con professionisti di San Paolo che mi possono supportare per ogni richiesta.
Tchau!
I brasiliani sono onesti e conoscono i propri limiti si ritengono un popolo che ha bisogno di stimoli forti, che non ha il proprio punto di forza nella lettura di messaggi, di informazioni tecniche, di materiale informativo.
I brasiliani vogliono vedere immagini, non solo leggere o ascoltare: l'immagine è la parte più importante di un messaggio pubblicitario, di un catalogo, di una mail.
Importantissimo pertanto è adattare la comunicazione aziendale alle loro aspettative, alle loro esigenze, alle loro abitudini.
Non parlo solo di tradurre i testi dei cataloghi o gli headline, intendo proprio la ricerca della modalità migliore per comunicare i propri prodotti e servizi ai brasiliani, che per ovvie differenze di cultura possono recepire o meno i messaggi studiati da europei e destinati agli europei.
In realtà dovrebbe essere così in qualunque parte del mondo, ma anche in altri paesi europei, l'errore è molto diffuso. Gli europei non cambiano la loro comunicazione istituzionale portando tutto dalla propria nazione, pretendendo un adattamento da parte della popolazione brasiliana.
Durante il mio soggiorno brasiliano, mi sono confrontato con un amico brasiliano che si occupa di vendita di prodotti italiani per un'azienda italiana con sede in Brasile, il quale si lamenta del materiale che riceve dall'Italia, troppo tecnico e dettagliato, traboccante di testi e informazioni.
La sua domanda, piuttosto seccato di questa abitudine è:
"Come faccio a vendere i prodotti con questi cataloghi? Nessuno li legge! Servono le fotografie..."
Il brasiliano non recepisce assolutamente le informazioni tecniche, è più pragmatico e "visivo" pertanto, schede di presentazione prodotto troppo ricche di dati, possono ottenere l'effetto contrario rispetto a quanto desiderato: invece che attrarre ma respingere il nostro potenziale cliente brasiliano.
L'idea vincente a mio avviso è quella di lavorare in team con professionisti locali.
Per questo motivo ho avviato collaborazioni con professionisti di San Paolo che mi possono supportare per ogni richiesta.
Tchau!
Etichette:
agenzia comunicazione,
Brasile,
Business,
comunicare correttamente,
comunicazione,
international Project,
Internazionalizzazione,
internazionalizzazione aziende italiane
Iscriviti a:
Post (Atom)